1954—1967
Le sue composizioni poetiche, i cui temi riguardano l'amore e la meraviglia per la bellezza della natura, si fermano alla fine degli anni '50.
Poche, per la verità,e inedite, quelle rimaste poiché ebbe a distruggerne la maggior parte, ritenendo che non fossero tali da meritare attenzione e non rappresentative della sua cifra stilistica.
Resta una pubblicazione di una cinquantina di esemplari, inedita anche questa, stampata a sua insaputa dal suocero, a livello artigianal-familiare, per fargliene dono, e intitolata "Canti silvestri".
Il pubblico comincerà a conoscere il Bartolini prosatore affilato e polemista, ispirato e ironico,nel 1967 con la pubblicazione di una serie di racconti, pubblicati prima in riviste e poi raccolti nel volume, "Chiesa di Cristo & altri generi", e nel 1969 con il libro: "Lettere di S. Bernardino a un quotidiano".
In quelle pagine Sigfrido Bartolini fa rivivere l'umore gaio e nero di quegli anni. Per certa vis polemica tramata di sarcasmo e nutrita con il disincanto dell'ironia, il richiamo a Guareschi è d'obbligo e certo non incongruo.
Con la pubblicazione di questi due volumi si chiude di fatto la stagione della scritturad'invenzione, invenzione che, nel caso di Bartolini, è puro strumento per il pamphlet.
Ecco dunque come si fa una satira! Un genere, questo, di cui si sta perdendo il gusto in Italia, ed è un guaio, un cattivo sintomo, soffocato com’è dall’umorismo conformista o da quello sguaiato. Sigfrido Bartolini, invece, da toscano puro sangue, ce ne offre un bell’esempio, anche se venato di una amarezza di fondo.
G.De Turris