1960—2006
Fin dagli anni 60, Sigfrido Bartolini comincia a trascorrere le laboriose vacanze estive in Versilia, a Vittoria Apuana.
E' l’inizio dell’accedere di Bartolini a quella “scuola” che diremo di Forte dei Marmi, entrando in contatto diretto oltre che con Soffici,Carrà, Funi, Tamburi, Messina, Maccari, Guidi,con intellettuali e scrittori di fama, da Vintila Horia a Prezzolini, Ridolfi, Baldacci, Bigongiari, Cancogni ecc., davvero una scuola di alta pregnanza.
Le estati trascorse a Forte dei Marmi ottengono l’effetto di un progressivo abbandono da parte di Bartolini dei soggetti pistoiesi e quindi del pieno riconoscersi, quali modelli ideali, nei paesaggi, nelle case dell’entroterra e nelle marine della Versilia.
Soprattutto i Casolari della campagna versiliese, Bartolini le assume a stregua di forme assolute.
Egli predilige queste scarne architetture, impregnate di antiche sapidezze popolari, eppure arcane e solenni come templi.
Nelle Marine, calate in un'atmosfera di solitudine e silenzio o spazzate da raffiche di vento che fa sventolare bandiere fantasma da dietro spiagge azzurre e desolate, riesce a cogliere la realtà attraverso una notevole capacità sintetica.
Il suo è un mare terratico, guardato con i piedi piantati per terra, intravisto, nella luce della Versilia e in una sospensione del tempo. Queste le sue spiagge che sembrano, come dice Elena Pontiggia, «l’ultima spiaggia».
Claudio Rosati
...è il più struggente capanno di mare che mi sia stato dato di vedere: “Tabernacolo di Venere”, si chiama, e se c'è un azzurro per la divinità quello è l'azzurro che Bartolini ha fissato col suo pennello.
Stenio Solinas