La Litografia

1972—1993

Buona parte delle litografie eseguite da Sigfrido Bartolini sono state realizzate a Milano nella celebre stamperia di Giorgio Upiglio, considerato dall'artista un eccellente e serio stampatore. Una collaborazione avviata nel 1972 e mai interrotta.

Nel mitico “Atelier” di Upiglio, in via Fara 9, Bartolini ha modo di lavorare fianco a fianco, e di stringere amichevoli rapporti con molti artisti, come G. DeChirico, Leo Lionni, Wilfredo Lam, Aldo Salvadori, Beniamino Richter, ecc.

Upiglio, tra i più noti stampatori d'arte italiani, includerà i fogli di Bartolini nelle pubblicazioni e nelle mostre sulla sua attività editoriale, allestite in Italia e all'estero dall'Europa agli Stati Uniti, al Messico, alla Cina ecc.

Lo studio sul colore ha svolto per l'artista un ruolo significativo anche a livello litografico.
Le litografie, dagli anni '70 in poi,mostrano infatti la preferenza per un utilizzo pastoso del colore funzionale alla resa plastica delle masse.

Che Sigfrido Bartolini abbia sempre prediletto lo studio delle masse a quello del segno è ormai un dato certo; tuttavia proprio in questa tecnica risulta evidente quanto tale ricerca lo abbia condotto agli esiti più interessanti del suo operato. 

In occasione delle nozze del figlio Alessio, pilota da caccia su gli F.104, illustra con litografie originali Cacciatori di stelle - Fatti dell’arma azzurra:  una piccola antologia sull’aeronautica militare e i suoi più famosi piloti.
Affronta un tema per lui insolito: l'aereo. Le illustrazioni partono dal primo progetto di Leonardo da Vinci per finire appunto con lo Strafighter F.104

Sigfrido Bartolini realizzò anche una acquaforte acquatinta inserendo questo aereo, l’ F.104, che sorvola uno dei suoi più famosi paesaggi marini.

LA TECNICA

Litografia (dal greco lithos pietra e gràphein disegno). Si esegue disegnando con matita molto grassa o inchiostro apposito su pietra particolarmente idroscopica (pietra di Solenhofen, in Baviera), le parti disegnate, rese grasse dalla matita, respingono invece l’acqua.

Dopo opportuna preparazione per fissare il disegno alla pietra e accrescerne la capacità assorbente, si passa alla stampa rullando (sulla pietra disegnata e inumidita) con inchiostro grasso che aderirà solo al disegno.

Si stampa con torchio astella per mezzo della pressione esercitata da una coltella che preme a taglio sul foglio, protetto, che le scorre sotto.